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Drone poliziotto per pattugliare le strade: quando il progresso tecnologico si unisce al controllo delle infrazioni stradali

Dove arriva il progresso tecnologico

Il progresso tecnologico accompagna la nostra quotidianità: lo smartphone, con l’arricchimento offerto dalle app, è diventato sempre più uno strumento necessario e indispensabile, al punto da trasformare la telefonata quasi in una funzione accessoria; ma sono moltissimi gli aspetti della quotidianità in cui l’hi tech è presente in maniera massiccia.

Non sono solo i privati ad approfittare delle disponibilità tecnologiche: anche le pubbliche amministrazioni, facendo seguito ai diversi decreti e leggi sulla semplificazione burocratica, ne sono un esempio nel momento in cui evolvono verso la fattura drone poliziottoelettronica o la firma digitale.

Anche le forze dell’ordine si stanno adeguando e in alcuni casi, sono proprio all’avanguardia. Come nella vicina Francia, dove in via sperimentale, nel controllo e nella regolazione della mobilità su strada, i poliziotti utilizzano i droni.

Per ora, l’utilizzo del drone poliziotto è limitato ad alcuni tratti della A10, che collega Bordeaux alla capitale francese. Non è escluso il suo diffondersi nel resto della Francia e, perché no, anche in Italia.

La sperimentazione dei droni

Si tratta appunto di un quadro sperimentale, per individuare e contenere i comportamenti pericolosi di alcuni utilizzatori della strada.

A terra, un agente di polizia adeguatamente formato guida il drone poliziotto, ovvero un velivolo a pilotaggio remoto. Quello in dotazione alle forze dell’ordine francesi misura circa 45 cm di diametro ed è in grado di volare a circa 30 metri dal suolo.

Da lassù il drone filma il tratto di strada su cui la pattuglia a terra vuole effettuare il controllo e invia in tempo reale le immagini agli agenti. Quando viene riscontrata un’infrazione (sorpasso vietato, guida con cellulare, ecc.), il veicolo interessato viene fermato: dopo le opportune verifiche dei documenti, viene comminata la sanzione amministrativa, con tutte le conseguenze del caso.

Gli aspetti giuridici della questione

Fino a qui, sembrerebbe tutto logico. Se non che, alcune obiezioni di ordine giuridico sono già state sollevate.

Innanzitutto, se la contravvenzione non viene segnalata in situ sembrerebbe non possa avere un grande valore. Come dire: una multa, con foto scattata dal drone poliziotto, per essere passati con il semaforo rosso o per aver superato in curva, è facilmente contestabile almeno per ora, fino a quando il legislatore non dovesse intervenire appositamente.

Sarà sempre possibile, infatti, sostenere che il proprietario del veicolo, cui è stata inviata la contravvenzione non si trovava al volante al momento dell’infrazione (questo sempre nell’ipotesi in cui il veicolo in questione non venga fermato immediatamente).

Un altro aspetto di cui tenere conto è quello legato alla sicurezza dell’automobilista. Questi non dovrà essere disturbato o distratto dalla vista del drone, il quale necessariamente risponderà ad un criterio di discrezione. Ma essere discreto e efficace allo stesso tempo è difficile: come fare per filmare i veicoli, senza che chi guida veda il drone poliziotto?

I limiti tecnici

Vi è poi un limite tecnico, che, per ora, impedisce ai droni poliziotto di comminare multe per infrazioni che prevedano una misurazione (come nel caso dell’eccesso di velocità). Questo, molto probabilmente, è un aspetto che nei prossimi anni verrà risolto, magari con la messa a disposizione delle forze di polizia di un drone dotato di laser per rilevare gli eccessi di velocità.

Per ora, l’attività del drone poliziotto è limitata anche dalla mancanza dello zoom (che lo obbliga quindi a volare basso, per riuscire a leggere la targa dell’auto) e dall’installazione di 3 batterie, che gli consentono massimo 60 minuti di autonomia.

Infine, un limite tecnico e giuridico allo stesso tempo: come verranno conservate le prove materiali dell’infrazione e come potrà accedervi la difesa, nell’eventualità e nel quadro di un’udienza penale?

La tecnologia fa passi da gigante e la burocrazia e la legge dovranno stare al passo, se l’obiettivo è quello di sfruttare l’hi tech anche nel campo della prevenzione del fenomeno infortunistico e dell’accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale.