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Cos’è, come funziona e quando conviene la permuta auto

upd_convenienza2 300x169In origine era il baratto, poi venne il denaro e poi, ancora, la permuta.

Ma di cosa si tratta? È una figura espressamente prevista dal codice civile: è il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all’altro. La permuta semplice non prevede lo scambio di denaro, mentre ne esiste una versione, detta permuta con conguaglio, dove per equiparare un oggetto di maggior valore con uno di minor valore, le parti inseriscono nello scambio una certa somma di denaro.

In un caso e nell’altro, la permuta è ritenuta un contratto consensuale ad effetti reali, dove la semplice volontà delle parti è sufficiente per realizzare lo scambio ed attribuirgli quindi valore a tutti gli effetti; solo per la permuta di beni immobili è necessario un contratto scritto; in tutti gli altri casi è sufficiente l’accordo tra le parti.

Nel mercato automobilistico è prevista anche la permuta auto.

La permuta in campo automobilistico

Si tratta di quel contratto di permuta che ha per oggetto lo scambio di due autovetture e che solitamente viene preso in considerazione da chi voglia liberarsi della propria auto e prenderne una nuova, senza sborsare soldi o pagandone, comunque, una piccola parte.

La permuta auto può avvenire tra due privati, l’uno interessato al mezzo dell’altro, ma più spesso è una pratica adottata con un certo successo dalle concessionarie.

A chi conviene la permuta auto?

A chi si rechi presso il rivenditore per acquistare un’auto nuova (ma anche usata, in realtà), molto spesso la casa automobilistica propone la permuta con la vecchia vettura. Perché? A chi conviene?

In realtà, ad entrambi; a patto, però, che la valutazione dell’usato venga effettuata in maniera onesta.

Al cliente conviene, perché in questo modo evita di doversi tenere la vecchia auto, evita di doverla vendere tramite canali privati (il che richiede comunque di espletare un certo numero di pratiche burocratiche e quindi di affrontare delle spese e perdere del tempo) ed evita di doverla rottamare (anche in questo caso, vi sono tempo da perdere, documenti da preparare e versamenti da effettuare).

Quello che è ancora più rilevante, il cliente evita di pagare l’auto nuova a prezzo pieno: dal costo di listino infatti verrà stornata la quota corrispondente alla valutazione dell’usato e lui pagherà, con denaro contante o con finanziamento, una cifra minore.

Proprio qui, tuttavia, possono nascere le situazioni svantaggiose per il cliente e vantaggiose per la concessionaria. È, infatti, comune pensare che le concessionarie sottovalutino l’usato che stanno prendendo durante la permuta dell’auto nuova; in questo modo, infatti, potranno rivendere quella appena acquisita ad un terzo cliente, ma lucrando sul prezzo e guadagnando così due volte: con la vendita del nuovo e con la rivendita dell’usato.

Le spese della permuta auto

Nella permuta auto, così come in tutti gli altri casi di permuta, il Codice civile prevede che le spese legate allo scambio e tutte quelle accessorie, siano divise in parti uguali tra i contraenti. Ma è sempre così?

In realtà, no: si assiste a diversi casi in cui la suddivisione delle spese non è per nulla equa; ma devono essere sempre le parti a decidere in questo senso, di comune accordo.

Le spese legate allo scambio di due auto sono fondamentalmente legate al passaggio di proprietà: le parti possono derogare a quanto previsto dal Codice civile e decidere di attribuire tutte le spese ad una parte sola oppure di pagare in proporzione alla potenza del veicolo. Vi sarà quindi chi pagherà più e chi pagherà meno.