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Il servizio di bike sharing a Milano

All’inizio fu BikeMi, il servizio inaugurato da ATM per il noleggio di biciclette. In realtà, questo è stato l’inizio solo per le città italiane, dato che nelle maggiori capitali europee il fenomeno era già diffuso da tempo.

Fatto sta che i numeri raggiunti da BikeMi sui due lati del Naviglio non lasciano adito a dubbi: dal 2008 al 2016 gli abbonati sono passati da 2.500 a quasi 120.000, con un record di oltre 4 milioni di noleggi nel solo 2016.

E sull’onda di questo successo, altri operatori del settore sono entrati recentemente nel mercato milanese: l’autunno scorso sono arrivati Mobike prima e Ofo dopo, entrambi cinesi. A questi si aggiungerà a breve un quarto servizio, Bitride, attualmente non ancora attivo.

Ma come funziona il bike sharing a Milano?

BikeMi: approccio “all’antica” e diffusione geograficamente limitata, ma qualità dei mezzi

Bike_sharing_Milano 300x225BikeMi resta, tra gli operatori di bike sharing del capoluogo lombardo, l’unica con una concezione che si potrebbe definire superata.

Le bici, infatti, possono essere prese esclusivamente presso una delle stazioni previste ad hoc e, allo stesso modo, devono essere ricollocate in una delle colonnine preposte. La diffusione, ritenuta capillare 10 anni fa, al momento dell’inaugurazione, non può più essere tale oggi, soprattutto se paragonata a quella dei competitor.

Ad inizio 2018 sono ben 280 le stazioni, certo ben distribuite, ma solo nell’area interna alla circonvallazione, con una densità maggiore nell’area C e alcune stazioni nei pressi della Bicocca.

L’utente può scegliere tra tre diversi abbonamenti: quotidiano, settimanale e annuale, rispettivamente a 4,5€, 9€ e 36€. I primi 30’ di utilizzo sono gratuiti, mentre le mezz’ore successive si pagano 50 centesimi l’una (e la bici va riconsegnata entro le prime due ore); nel caso si preferisca prendere una bici elettrica, la prima mezz’ora si pagherà 0,25€, la seconda 0,50€, la terza 1€, la quarta 2€.

Mobike e Ofo

Come funziona invece il bike sharing a Milano con gli altri operatori?

Mobike e Ofo sono operatori cosiddetti free floating, che presentano dunque l’innegabile vantaggio dato da un servizio di “prelievo e rilascio” di bici molto più flessibile o comunque non soggetto alla restrizione delle colonnine.

Vi è un’area definita dall’operatore, all’interno della quale è possibile prendere o lasciare la bici; e quest’area è molto più vasta rispetto a quella coperta di BikeMi: si tratta di tutta la zona interna all’anello della tangenziale, il che consente di coprire anche tutte le periferie e di percorrere il Naviglio della Martesana.

Per quello che riguarda le tariffe, i due operatori asiatici non prevedono alcun canone fisso mensile, ma solo il “consumo” reale. Anche in questo caso si pagano tranche di 30’: 50 centesimi per Mobike e 30 centesimi per Ofo. Mobike, però, si distingue dal concorrente per la possibilità di acquistare degli abbonamenti che consentono di utilizzare le bici per un numero illimitato di corse dalla durata massima di 2 ore: tali pass hanno durata di 1, 2, 3, 6 e 12 mesi.

Disponibilità e limiti del bike sharing a Milano

Concludiamo questa breve descrizione su come funziona il bike sharing a Milano, parlando del parco bici dei tre operatori, un elemento di sicuro interesse per valutare la fruibilità del servizio.

Per BikeMi si contano 3.650 bici tradizionali e 1.000 e-bike; Ofo mette a disposizione 4.000 mezzi, mentre Mobike dispone di ben 8.000 due ruote.

A proposito di ruote, anzi di pneumatici, quelli di BikeMi sono montati su cerchi da 26” con camera d’aria e copertoni rinforzati, mentre le bike di Ofo montano ruote da 26” piene e quelle di Mobike ruote piene da 24”: alla prova, le ruote piene risultano molto più scomode sul pavé del centro.

Altro aspetto da valutare è il cambio: a 3 velocità per le BikeMi e le Ofo, mentre non c’è cambio sulle Mobike. Queste ultime poi hanno l’ulteriore svantaggio di risultare eccessivamente piccole per chi misuri più di 170 cm di altezza.

Ultimo punto, quello relativo alla registrazione, dove ancora una volta il servizio BikeMi risente di una sorta di vetustà: registrazione, stipula dell’abbonamento, ricezione dei codici (per abbonamenti giornalieri o settimanali) o della tessera (entro 15 giorni per gli abbonamenti annuali); inoltre la carta di credito non può essere ricaricabile.

Molto più young il servizio dei due operatori cinesi: download dell’app, registrazione con carta di credito anche ricaricabile, immediato accesso alle bici, prenotazione della bici per massimo 15 minuti, scan del QR Code per sbloccare da remoto il lucchetto e avviso tramite app dell’effettiva riconsegna della bici.